Il 31 ottobre è la sera che ormai conosciamo tutti con il nome di Halloween. Molti la ritengono ancora una festa esclusivamente statunitense, ma in realtà le sue origini sono europee e in tutto il mondo viene considerato il momento dedicato alla celebrazione dei defunti.
Il cristianesimo, come spesso accade, ha ripreso le festività pagane per soppiantarle con la nuova religione, al fine di non destabilizzare troppo le abitudini dei credenti. Difatti anche nella cultura cattolica, il 2 novembre è il giorno dedicato alla commemorazione dei morti.
Samahin è il nome di una delle festività più importanti insieme a Beltain. Il periodo che segue l’ultimo raccolto, quello più importante che darà sostegno durante il duro inverno. Ci si prepara al buio, al freddo e alla quiete della terra. Ogni fuoco viene spento e riacceso solo il giorno successivo. Questo perchè il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti si assottiglia. Chi era morto veniva a trovare chi era vivo e per i tre giorni precedenti e i tre giorni successivi, si brindava e mangiava tutti insieme. Ovviamente non si hanno notizie certe al riguardo. Questo rito ricorda molto el dìa de muertos, di origine precolombiana e famoso soprattutto in Messico. La variante sudamericana, prevede festeggiamenti dal 28 ottobre al 2 novembre e ogni giorno è dedicato a una fascia di età in cui il proprio caro è morto.
Anche nella zona del Mediterraneo, questa festività ha le sue radici, soprattutto in Sicilia e Sardegna (ma in realtà in tutte le regioni appenniniche) dove troviamo anche nella tradizione culinaria i “dolci dei morti“. Qui infatti, durante questa notte, veniva lasciato un pasto fuori casa per gli spiriti degli antenati. In Sardegna i bambini giravano per il paese chiedendo “is panixeddas” ovvero un offerta di pane, dolce o frutta: in pratica l’antica versione di “dolcetto o scherzetto”.
E in ultimo c’è la famosa leggenda irlandese che riguarda Jack- O’- Lantern da cui poi è rimasta la zucca intagliata con la candela al suo interno. Jack era un ubriacone che incontrò il diavolo in una taverna. Jack per salvarsi, chiese al diavolo di trasformarsi in una moneta in cambio della sua Anima per pagarsi l’ultima bevuta. Divenuto moneta, lo mise nel suo borsello accanto a una croce d’argento in modo che non potesse riprendere le sue sembianze naturali. Per liberarsi il Diavolo gli promise che non avrebbe preso la sua anima per i successivi 10 anni e così Jack lo lasciò andare. Dieci anni più tardi il Diavolo si ripresentò e Jack, il quale gli chiese di prendergli una mela sull’albero prima di prendersi la sua Anima. Anche qui Jack ingannò il diavolo incidendo una croce sul tronco dell’albero. Dopo una lunga e furiosa litigata, Jack liberò il Diavolo in cambio della salvezza dalla dannazione eterna. Al momento della morte però, l’uomo fu rifiutato dal Paradiso a causa della sua vita dissoluta. Recatosi all’Inferno, il Diavolo gli ricordò il suo patto e venne cacciato anche da lì. Jack si ritrovò così a vagare sulla terra. Il Diavolo però, vedendo che fuori era freddo e buio gli lanciò un tizzone ardente che Jack raccolse e mise in una rapa, iniziando da quel momento a vagare per il mondo senza sosta in cerca di un posto dove riposare. L’espressione maligna con cui viene raffigurato, rappresenta il suo tormento.
Sono tantissime le altre leggende e storie che si narrano in ogni paese in questo periodo dell’anno. Voi quali altre conoscete?
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